
Era allo stand dell'editore del suo libro Il mare di giada.
Questo è l'affettuoso ricordo di Claudio scritto da Teresio Asola sulla Gazzetta d'Alba.

Claudio Tomatis, l’assistente di laboratorio al Cocito che ha suonato in tutto il mondo
22 Settembre 2024 Alba, Primo Piano Versione accessibile
LETTERA AL GIORNALE: Gentile direttore, pochi giorni fa, a Praga, ho cercato la basilica di San Giacomo e il suo meraviglioso organo. Sapevo che Claudio Tomatis, noto assistente di laboratorio presso il liceo scientifico Cocito di Alba tra gli anni Settanta e Ottanta, e grande musicista, aveva suonato quel monumentale strumento a Praga.
Tanti albesi che hanno frequentato il liceo scientifico nella vecchia sede in collina (su, oltre la Madonna della Moretta) ricordano Claudio con affetto per le capacità umane, e con ammirazione per la sua musica e le sue imprese nel mondo. Un giovane docente (aveva sette anni più di noi) che al liceo nei momenti di svago apriva il cuore e la mente, con i suoi racconti di viaggi avventurosi tra Africa e Asia, e con la sua musica.

L’organo in San Giacomo a Praga, che Tomatis ha suonato
Nella sua breve vita ha eseguito grandi concerti d’organo anche al Jesus college di Cambridge, a Saint Germain des Près di Parigi, a Santo Stefano a Vienna e nel duomo di Firenze. Nella cattedrale di Worcester ha usato l’organo suonato da Haendel. E poi a Gerusalemme, nella chiesa dell’Ascensione e al Santo sepolcro.
Era normale, per lui, eseguire Bach e Vivaldi nella Rift Valley o sulla via dell’incenso in Yemen (o più semplicemente il rag di Scott Joplin, quando capitavamo a casa sua).
L’ultima volta che l’ho visto è stato al Salone del libro di Torino del 1988. Rideva felice, seduto allo stand della casa editrice. Nell’occasione, acquistai Il mare di giada, ultimo suo libro. «Con amicizia», scrisse Claudio nella dedica a me e mia moglie. I suoi grandi occhi scuri che avevano visto tutti i continenti dicevano che non era una frase di circostanza. Poco più di dieci anni dopo fu ucciso da una banda di malviventi nella sua amata Africa dove tornava ogni anno, ma la sua musica, le sue fotografie di luoghi lontani, i suoi libri e il suo sorriso rimangono.
Teresio Asola
Qualche tempo dopo il mio incontro con Claudio, mi sono ritrovata a parlare di lui con Luigi Urru, che lo conosceva bene. Mi ha detto che era professore e assistente di laboratorio presso una scuola di Fossano, che suonava l'organo e aveva tenuto concerti in tutto il mondo. Mi ha anche dato le fotocopie del testo di un suo viaggio in Tibet, un testo che aveva la capacità di rendeva il lettore emotivamente partecipe del contenuto.
Di tutti i paesi, amava in modo particolare l'Africa e vi organizzava viaggi in Land Rover alla scoperta di luoghi remoti. Erano viaggi autogestiti lungo sentieri remoti, fatti in totale libertà.



Purtroppo, la sua passione per l'Africa gli è costata la vita. Nel 1999 è stato ucciso a Nairobi, in Kenya, da banditi che avevano rapinato il gruppo di viaggiatori da lui guidato.
Io e Tomatis di Fossano con la sua Africa al Salone del Libro 1988
C'ero anch'io, al Salone dell'88, con mia moglie. Sposato da quasi 3 anni, lavoravo in Ferrero e mi ero trasferito da Alba a Torino in un alloggetto ammobiliato di via Belfiore. Al Salone comprai due borsate di libri, una rivista dove (sorpresa) trovai la recensione a un mio librino di poesie, e soprattutto 'Il mare di Giada', ultimo libro del fossanese Claudio Tomatis, uomo di scienza, musicista, viaggiatore e scrittore, poi scomparso tragicamente nella sua amata Africa.
Con amicizia, scrisse Claudio nella dedica. Rideva, seduto nello stand della casa editrice. Si respiravano allegria e vasti orizzonti. Due giorni dopo, io e mia moglie trovammo l'appartamentino che cercavamo, affacciato sulle chiome verdi di tre platani antichi: non esistono più, ma quelle fronde hanno visto nascere i miei figli. Fortunati, quei giorni della prima settimana di maggio dell88.
da CUNEO CRONACA Teresio Asola