UN GRANDE ORGANIZZATORE CULTURALE
Negli anni ’70 insegnavo alla scuola Casati di corso Racconigi a Torino, Accanto ai figli di famiglie borghesi e i figli di professori universitari che si sobbarcavano un viaggio a volte lungo per portare i propri figli in quella scuola innovativa diversa dalle altre, c’erano i figli degli immigrati appena arrivati dal sud per lavorare alla Fiat. In quegli anni, infatti, Torino accoglieva forti flussi di immigrati interni, che davano origine a dei contesti multiculturali caratterizzati da esigenze di integrazione.
Fiorenzo Alfieri, maestro elementare, definiva la convivenza di queste diverse provenienze sociali una “mescolanza di sangue” positiva, che forniva la possibilità di imparare gli uni dagli altri. Insieme ad un gruppo di maestri impegnati e visionari e all’interno del Movimento di Cooperazione Educativa, MCE, aveva scelto di dedicarsi a trasformare la scuola elementare. Una delle grandi trasformazioni è stata quella di istituire il tempo pieno, che metteva in discussione i vecchi metodi educativi. Il prolungamento dell’orario scolastico rappresentava una grande opportunità per gli allievi, soprattutto per quelli delle aree più disagiate. Si trattava di un balzo educativo rivoluzionario. Una scuola basata sull’esperienza e sull’inclusività dei ragazzi e non soltanto sul nozionismo. con del laboratori scientifici e naturalistici, delle grandi pitture colorate alle pareti, i banchi raggruppati per svolgere insieme il lavoro, il ciclostile per stampare i testi composti dai bambini
In classe, oltre alle consuete attività scolastiche, si ascoltava musica, si dipingeva, si usciva ad esplorare i beni storici e artistici della città. I pochi finanziamenti aiutavano a realizzare le sperimentazioni. C’era il progetto di inserire Torino in un programma di coordinamento internazionale delle città educative. Quegli anni hanno visto delle grandi trasformazioni sociali e di costume e, sotto la spinta di quei cambiamenti, sono arrivati anche i provvedimenti legislativi che hanno reso la scuola più moderna e al passo coi tempi. Io avevo cominciato sin da subito a partecipare alle riunioni di quella associazione e ho sempre tratto un grande giovamento dalle discussioni con i colleghi, dagli scambi di idee e di esperienze.
Poi, Alfieri è passato all’impegno politico. E’ stato eletto Assessore al turismo, al tempo libero e alla gioventù nella giunta Novelli. La delega alla gioventù l’aveva istituita lui stesso. La stessa operosità che aveva manifestato nella scuola la mostrava ora nella programmazione culturale collaborando con le altre istituzioni.
Considerava la cultura uno strumento necessario alla crescita dei popoli e sosteneva che anche la politica le dovesse dare spazio. Con lui sono nati e cresciuti i grandi eventi culturali: i Punti Verdi, con tante iniziative organizzate nei parchi, con i festival di danza.
Avevo conosciuto Fiorenzo Alfieri appena ero andata ad abitare e ad insegnare a Torino. Frequentavo infatti l'associazione denominata MOVIMENTO COOPERAZIONE EDUCATIVA abbreviata in MCE, di cui lui era uno dei responsabili.
Il ritrovarmi con altre insegnanti, comprese quelle di sostegno. che lavoravano in scuole diverse, scambiare con loro le mie esperienze è stato un aiuto prezioso. Raccontare il proprio lavoro, la propria idea di come svolgerlo ascoltando nello stesso tempo i pareri altrui, elaborare un piano delle attività e delle nuove strategie, chiedere un aiuto per risolvere eventuali emergenze educative,

Lo ricordo camminare velocissimo nei corridoi in mezzo agli stand degli editori, diretto ad una conferenza o ad una presentazione. Tuttavia, trovava sempre qualche minuto per fermarsi a salutarmi, in memoria dei bei vecchi tempi. Il motivo per cui ero al Salone era che anch'io, nel frattempo, avevo cambiato mestiere, diventando scrittrice.
Nel 1998, in occasione dell'Ostensione della Sindone, avevo fatto un libro sul Sacro Lenzuolo. Ho scoperto che lui, quell'anno, presiedeva il Comitato per l'Ostensione. In questo modo avevamo sempre qualcosa in comune, di cui parlare.
E questa cosa è continuata.
Nel 2006, l'editore inglese ha fatto uscire la guida dell'Italia ad una parte della quale avevo collaborato. Quell'inverno, sulle montagne piemontesi si svolgevano le Olimpiadi della neve.

E quando ho fatto un libro sulla scrittrice francese Sidonie Gabrielle Colette, questo è stato presentato al Salone Off.
Sono orgogliosa di dire che non ha mai chiesto aiutini o raccomandazioni. E' accaduto tutto da sé, come è accaduto da sé che il contenuto di quest'ultimo libro abbia varcato il confine italiano e che la sua versione francese sia stata suggerita da France Culture.