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Vi erano infatti in quest’area, continui sconfinamenti da parte di cacciatori, mercanti e avventurieri di ogni genere provenienti dagli US, che avevano addirittura cominciato a porvi degli insediamenti permanenti, come centri fortificati e piccoli villaggi, dove non era infrequente, vedere sventolare la bandiera a stelle e strisce. Uno di questi insediamenti, fu Fort Whoop-up, dove si concentro un folto gruppo di avventurieri statunitensi (soprattutto trafficanti di alcool e cacciatori di lupi e bisonti), nel giro di poco tempo resero aspro e difficile il rapporto con le locali tribù indiane attuando un vero e proprio stillicidio a danno di quest’ultimi e divenendo in breve, una vera e propria spina nel fianco nel giovane Governo Canadese.

Fu proprio a seguito di una ennesima scorreria, conclusasi con un vero e proprio massacro di alcuni indiani della tribù degli Assiniboine nel 1873 in una località denominata Cypress Hill, (tra l'Alberta e l’attuale Sasktchewan), da parte di una banda di cacciatori provenienti appunto da Fort Whoop-up, che il primo ministro Canadese, Joh A. Macdonald, decise di far propria la proposta del colonnello Robertson-Ross e di istituire un corpo di polizia a cavallo che operasse in questi territori, e scongiurasse soprattutto una guerra indiana provocata dalle continue scorrerie degli avventurieri “yankees”.
Nacque cosi il mito delle GIUBBE ROSSE.
Storia e leggenda si intrecciano in una unica inestricabile matassa, certo è che i Mountie si guadagnarono sul campo la reputazione di impavidi e imparziali amministratori della giustizia.
Un capo Blackfoot ebbe a dire “…. la polizia ci ha protetto come le piume di un uccello ne proteggono il corpo dal gelo e dall’inverno” .
La storia o la leggenda narra di un rapporto con gli Indiani (o aborigeni locali come oggi sono definiti) basato su un reciproco rispetto e fiducia. La leggenda narra di un incontro “epico” tra Toro seduto e un impavido Maggiore (Walsh) che con solo sei militari si presentò al cospetto del grande capo, informandolo della costituzione del nuovo corpo di polizia e degli scopi da esso perseguiti, e di come da questo incontro nacque la reciproca stima tra due mondi cosi lontani tra di loro.

Il biografo Grant MacEwan racconta di questo avvenimento sottolineando come Toro Seduto alla spiegazione dell’impavido Maggiore Walsh, che chiarisce al grande Capo il ruolo delle neonate Giubbe Rosse e come queste applicheranno la legge, punendo coloro i quali la dovessero infrangere “…… siano essi bianchi neri o marroni…. “ abbia sorriso ma poi organizzato, apprezzando la lealtà degli intenti, organizzato un incontro con il Consiglio dei Sioux , per una spiegazione completa delle leggi Canadesi.
Grazie ai personaggi come il Maggiore Walsh che la colonizzazione delle terre occidentali poté procedere in modo pacifico e incruento.
La leggenda delle Giubbe Rosse, accompagna la storia del Canada sino ai nostri giorni.
La RCMP oggi è la forza di polizia, unica nel suo genere al mondo, ad avere competenze federali, provinciali e comunali. Fornisce servizio federale di polizia a tutti i Territori del Canada e se si escludono le province del Quebec e dell’Ontario, che mantengono le loro forse provinciali, le altre province contano per la maggior parte sull’attività delle Giubbe Rosse
E' un corpo di polizia modernamente organizzato la cui competenza include il controllo della criminalità organizzata, il terrorismo, la droga, i reati economici e i pericoli che minacciano l’integrità dei confini nazionali del Canada.

Difficile vedere oggi un Mountie in Giubba Rossa, ma se si è a d’estate a Regina (attuale Capitale del Saskatchewan) nei giorni della settimana alle ore 12,45, ha luogo la cerimonia del sergente Maggiore Drill e ogni martedì sera nei mesi di luglio e agosto, si svolge lo spettacolo della Sunset Retreat quando la bandiera viene abbassata.


Nonostante questa leggendaria storia, la RMCP è stata più volte al centro di critiche nazionali e internazionali, qualcuna piuttosto recente che è costata le dimissioni commissario Nazionale che (curiosità) era di origini italiana.
Giacomo Ardone
