Un emulo dello sceicco a Belgioioso?
Sto entrando in uno dei saloni del castello quando un giovane uomo travestito e camuffato da Bin Laden si mette ad urlare verso di me. “Gant Iraq! Gant Iraq! Gant Iraq !” sbraita. Non capisco cosa voglia dire. Poi, con il dito puntato indica la scritta sulla mia t-shirt.Finalmente mi è chiaro. La maglietta che indosso reca la scritta GANT USA.
GANT è una società internazionale specializzata in capi di abbigliamento con sede a Stoccolma, in Svezia. La società venne fondata nel 1949 da Bernard Gantmacher negli Stati Uniti. Gantmacher, immigrato ebreo dall'Ucraina, giunse a New York nel 1914. Sua moglie cuciva asole e bottoni.
E’ chiaro che lui, evidentemente seguace e partigiano di Bin Laden, non può che essere ispirato da sentimenti antiamericani, con una posizione fortemente ostile nei confronti non solo della politica ma anche della cultura di quel paese. Per questo la scritta sulla mia maglietta, a cui non avevo mai fatto particolarmente caso, ha scatenato la sua ira.Era lungi da me l’intenzione di trasformare la mia persona in un ‘veicolo pubblicitario’ del paese del capitalismo , indossando un capo di abbigliamento con un marchio che riconduceva ad esso. Quella maglietta era una di quelle che mi capitava di acquistare per necessità nel corso di un viaggio, dato che partivo sempre con un bagaglio minimo. Non sapevo neanche che cosa significasse GANT. Una volta tornata a casa, sono andata ad indagare in rete. Questo è quello che ho trovato:
Non so cosa pensare di questo soggetto. E’ un individuo pericoloso o è semplicemente uno fuori di testa? Provo a parlare un po’ con lui. Gli faccio qualche domanda, nel tono più amichevole possibile. Gli chiedo quale interesse lo abbia portato a questa mostra del libro. Lui a poco a poco si apre.
E’ autore di giochi di parole spiritosi, di espressioni buffe e argute, di calembours anche in altre lingue… Me ne cita qualcuno, sono un po’ ingenui ma divertenti. Quanto di più lontano ci possa essere dall’idea che uno potrebbe essersi fatta di lui ad una prima impressione suggerita dal suo aspetto.
Mi confessa anche che vorrebbe trovare un editore interessato ai suoi testi. Fra di me penso a quale editore sarebbe entusiasta, al di là della qualità del lavoro, di avere in scuderia uno che ha scelto di essere il sosia di un individuo quale Bin Laden.
Mi è capitato, nel tempo, di pensare qualche volta a lui. Che cosa starà facendo adesso? Andrà ancora in giro conciato in quel modo? Probabilmente no. In genere, con la maturità si rimedia agli errori della gioventù…